Prova della TT sul circuito di Monza

Monza, 08 dicembre 1999
Erano le 10 del mattino l’autodromo era pressoché deserto, temperatura attorno ai 4 gradi, anche la pista non da "segni di vita"  tanto che per un momento ho dubitato che il circuito fosse aperto anche se, guardando bene, noto che in Parabolica, c'e' un addetto pista rinchiuso nella propria auto intento a riscaldarsi. Passano un paio di minuti, sento un sibilo, mi giro verso la variante Ascari e cosa vedo? Non ci crederete mai: l’unica auto che stava girando era una TT grigia 225. Benissimo, dopo qualche secondo di buoni propositi del tipo "lo guardo e basta" oppure " me ne sto qui buono buono", mi fiondo in direzione pista in tutta fretta, mollo la patente e mi fiondo nel circuito alla caccia della TT grigia. L’ironia della sorte ha voluto che proprio il mio primo giro, corrispondesse all’ultimo del mio “collega”, così mi sono ritrovato da solo, con tutta la pista a mia disposizione per scoprire finalmente, se i difetti attribuiti alla mia TT hanno un fondamento. Dopo un paio di giri necessari a (ri) prendere le misure, scaldare le gomme e soprattutto scoprire la seconda di Lesmo, che prima di ieri non avevo mai fatto, decido finalmente di tirare. Attorno ad una velocità prossima a 210/220 arrivo alla staccata più impegnativa, quella della variante Good-Year (o prima variante). Stacco ai 200 per testare anche la validità dell’impianto frenante e mi lascio anche un margine per evitare di arare la sabbia al primo giro. La TT in questa decisa staccata (sopra la fatidica soglia dei 200) non si scompone di un millimetro, la frenata non è molto secca, è piuttosto progressiva quasi "lunga" (anche se a dir la verità non ho pestato come alla prima curva di un GP) ma molto modulabile e senza sorprese, nel senso che si ha sempre la sensazione di dove la TT andrà a finire (o fermarsi). Affronto con una certa dolcezza l’inserimento a sinistra della variante, consapevole che le gomme di destra sono nettamente più fredde di quelle di sinistra, soprattutto, dopo soli due giri. La macchina entra comunque molto decisa, il retrotreno in effetti tende verso l’esterno ma in modo molto graduale avvertendomi con un rassicurante anticipo sulle sue intenzioni. Il controsterzo in ingresso è necessario, ma è davvero minimo, è più una questione di sensibilità. Nel famoso cambio di traiettoria invece, la TT non da nessun problema: è stabilissima (in prima variante). Per chi non conosce bene la pista Monzese è giusto precisare che la prima variante si affronta a circa 80/90 all’ora in 3° marcia.(con una macchina di questo genere). In accelerazione invece, il sottosterzo è più che una sensazione, ma è largamente controllabile con il solo alleggerimento del gas. Finita senza sorprese la prima variante mi porto alla curva Grande che percorro a manetta senza nessun problema nonostante dicano che e' sul veloce che la TT ha problemi . 4a, 5a ed eccomi alla variante della Roggia attorno ai 200. Quest’ingresso, con cambio di traiettoria annesso, è nettamente più veloce impegnativo. La TT infatti manifesta piu' decisamente il sovrasterzo in ingresso curva, ma sempre molto facilmente controllabile. Anche qui il cambio di traiettoria è perfetto, la TT inoltre assorbe i cordoli con una facilità sorprendente. Tiro la 3a, metto la 4a e mi porto alla prima di Lesmo, terza di nuovo e giù a manetta. Il sovrasterzo in questa curva più veloce è praticamente nullo, mentre il sottosterzo è nettamente più marcato.
In accelerazione la TT punta verso l’esterno con un comportamento tipico di un’auto a trazione in integrale. Finita la prima di Lesmo con ampi margini da cordolo esterno mi porto verso la seconda di Lesmo, la quale purtroppo non è più una curva da “pelo” come una volta. In ogni caso rimane una curva impegnativa da affrontare sempre in 3a marcia. Leggermente rialzata, la seconda di Lesmo ispira confidenza ma l’uscita che allarga suggerisce attenzione. È infatti facilissimo trovarsi sul cordolo esterno a pelare la sabbia, soprattutto con una vettura che non “chiude” la curva bensì la allarga. (nei giri successivi, però, sono riuscito a prenderci bene le misure ed uscivo come una schioppettata, alzando un pelino di sabbia a fine cordolo). Finito l'importante "compitino"  della Lesmo mi fiondo al Serraglio, ma la mia TT è troppo “lenta” perché questa leggera curva a sinistra in discesa possa essere impegnativa. Entro all’Ascari (sempre in 3° marcia) e metto la 4° e faccio finalmente un, anzi due, cambi di traiettoria ad una velocità più sostenuta. Al primo (verso destra) la TT tende ancora una volta a sovrasterzare (ma ormai lo so), correggo leggermente e compio il secondo in 4° piena: zero problemi (anche perché l’angolo di curva è più ampio in quanto l’uscita dell’Ascari
è velocissima). 5° e 6° (che però non riesco mai a tirare a fondo neanche sul dritto del traguardo) ed eccomi in Parabolica. Sempre con la ormai consueta terza marcia entro in una delle curve più famose ed impegnative del mondo (per moto e per macchine più veloci di questa). Un sovrasterzo appena appena accennato ed ecco che la vettura di Ingolstad si “appoggia” sul lato sinistro conferendomi una decisa e confortante sensazione di stabilità. Accellero a balla, 4° e 5° a più non posso, il sottosterzo ora è meno marcato rispetto alle Lesmo e la velocità è nettamente superiore.  La Parabolica è passata alla grande, sul dritto i rapporti lunghi della TT non mi permettono di arrivare alla velocità, passo il cartello dei 200 metri e attorno ai 180 stacco e inizio un altro giro. I giri si sono susseguiti sempre uno meglio dell’altro.
Ho usato più i cordoli e sono entrato sempre più con decisione, ma la decisione in ingresso curva, non si rivelerà molto proficua. Al settimo giro, quando con il controsterzo ci avevo preso gusto, alla Roggia, ho voluto vedere quanto la TT perdonasse un entrata da assassino. Così, sono entrato con estrema decisione buttando dentro la macchina, senza la necessaria progressione e mi sono prodigato in un innocuo testacoda, testacoda cercato e voluto: colpa mia. Fortunatamente sulle tribune della Roggia non c’era nessuno così ho evitato gli applausi sarcastici che puntualmente scattano in occasioni come queste. Imparato la lezione mi rimetto a tirare, ma un marcato fading all’ingresso dell’Ascari e la spia dell’ABS accesa mi ha obbligato a rallentare
l’andatura per raffreddare i freni che evidentemente avevano raggiunto una temperatura da paura. Dopo un paio di giri per rinfrescare l’impianto frenante mi sono messo a girare di nuovo a ritmi sostenuti per altri 5-6 giri prima di terminare la mia prova. L’impressione di questa prova è stata più che positiva, finalmente senza muretti, burroni, guard-rail, rocce e altro sono riuscito a scoprire i limiti di questa vettura in tutta sicurezza, limiti che sono davvero molto elevati. Nella guida estrema la TT ha bisogno di una guida con perizia di dovere, ma niente di particolarmente difficile: non bisogna essere Colin McRae ma neanche, ovviamente, e' sufficiente essere Fantozzi. La situazione di sottosterzo è facilissima da controllare: se non si accelera come dei pazzi all’uscita delle curve è impossibile che questo fenomeno si verifichi, se invece si è optati  per la soluzione più “maschia” è sufficiente alleggerire il gas e la macchina va dove volete voi. Per quanto riguarda invece il sovrasterzo in ingresso curva  bisogna essere un pò più sensibili, la macchina tende ad andare con il posteriore se si entra con decisione,in questo modo è sufficiente correggere con un lieve controsterzo la traiettoria e al giro (o alla curva) successiva imprimere al volante una rotazione leggermente inferiore, come se fosse “apparentemente” una rotazione “insufficiente” (con un'altra macchina) per compiere la traiettoria voluta. La TT sterza di brutto ed avvisa sempre sulle sue intenzioni. Il testacoda che ho fatto non ha cambiato la mia opinione sul comportamento della TT, è stata una manovra mirata a conoscere gli effettivi limiti della macchina. (limiti che, ovviamente, hanno tutte le auto e che, solo varcandoli, si possono scoprire). Il “problema” ai freni che effettivamente ha riscontro su una prova recente di Auto non mi ha sorpreso più di tanto, sapevo che una vettura stradale avrebbe avuto in pista un’autonomia piuttosto limitata. Insomma, alla fine io la vettura la promuovo alla grande, gli allarmismi, come sospettavo, si sono rivelati piuttosto eccessivi e carichi di enfasi, quando si va forte bisogna avere un minimo di nozioni di guida, questo con tutte le vetture, che giustamente possono differenziarsi tra loro per un minor o maggior impegno durante la guida al limite. Prima di questa prova in pista io avevo spremuto la mia TT sulle strade di montagna, cercando il sovrasterzo ma trovando solo il sottosterzo in uscita di curva. I freni in un tratto tirato di oltre 40 KM (sette giri a Monza sono 35km, N.d.R.) non hanno dato il minimo segno di cedimento, anzi, in una mia errata valutazione di frenata, chiamandoli ad un dovere “extra” mi hanno evitato un pericoloso “lungo”. Le situazioni che io ho verificato sulla veloce pista di Monza sono raramente riproducibili sulle strade di tutti i giorni per cui io posso solo dire ai possessori delle TT che ancora a certi limiti non si sono avvicinati, che possono andare più che tranquilli. Tutto questo con la TT originale e non modificata nelle sospensioni, nelle barre di torsione e tantomeno con terribili orpelli. (kit questo, messo a disposizione gratutitamente dall'Audi nel caso il cliente ne facesse richiesta) Alla luce di questa relazione, è giusto che sappiate che la pista di Monza la conosco meglio di casa mia (a parte la seconda di Lesmo) in quanto è stata teatro di mie numerose partecipazioni in gare motociclistiche tra cui anche una gara di Campionato Mondiale di Endurance che durava 6 (sei) ore per cui potete immaginare il livello di confidenza che mi posso permettere in questa pista. Le mie numerose esperienze motociclistiche non sono state “pareggiate” da altrettante professionali esperienze automobilistiche, ma anche con le auto non era la prima volta che ci giravo. Alla fine del mio turno, sono uscito soddisfatto, ho solo portato a casa un grandissimo rammarico: non aver potuto sverniciare il mio collega con la TT argento.

(la mia TT [225 quattro], per questa prova era completamente originale, tranne i pneumatici: Yokohama AVS Sport)

testo di Arquimede (Renzo Olivieri)

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