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EvenTTo Cascata delle Marmore

Il programma:

10.00 ritrovo al parcheggio sotto le cascate
l’apertura dell’acqua (perchè la cascata è artificiale, epoca romana) e’ alle 11 quindi abbiamo tempo per parcheggiare e salutarci… fino alle 13… in 2 ore si fa il giretto a piedi delle cascate
13.00 pranzo all’agriturismo “LA VACCHERIA” S.S. Valnerina. Loc. La Vaccheria e Loc. Mola Morettin:13 Montefranco – TR Telefono 0744/389229.

Antipasto con affettati misti, formaggeria… e stuzzicheria varia con un po’ di porchetta… tutto prodotto in azienda agricola di proprieta’, arrosto misto (disolito abbondante), accompagnato da vino e acqua, dolcetto e caffè e penso anche ammazza..e’ prevista una donna effetto catering che cucinerà l’arrosta su grill a carbonella a vista mentre noi mangiamo l’antipasto ricco… se il tempo sara’ bello, la posizione esterna e’ praticamente quasi sotto le cascate, molto bello… il tutto per 30 euro.

Per maggiori informazioni scrivere a Riccardo:

La visita e’ aperta a tutti i possessori di Audi TT Coupe’ oRoadster, anche non iscritti al TT Club Italia.
i link: http://www.cascata-delle-marmore.it/
L’umbria è una regione non bagnata dal mare eppure ricca d’acqua. Questa ricchezza caratterizza soprattutto il comprensorio ternano, dove l’acqua oltre a contribuire a creare paesaggi e ambienti naturali suggestivi e di eccezionale bellezza, come nel caso della Cascata delle Marmore, ha consentito alla fine del XIX sec. l’avvio dello sviluppo industriale dell’area. Alla base di questo processo economico e sociale ci fu la nascita delle prime centrali idroelettriche (la prima fu quella di Galleto, nei pressi di Papigno) favorita dai numerosi percorsi d’acqua che si concentrano nel territorio ternano.
L’acqua in quest’area produce uno scenario indimenticabile- la Cascata delle Marmore, che il fiume Velino forma precipitando nel Nera in tre spettacolari salti per complessivi 165 m., facendone la cascata più alta d’Europa.

La Cascata delle Marmore, pur offrendo uno spettacolo di eccezionale bellezza, non è creato dalla natura, ma il risultato di molteplici interventi eseguiti nel corso dei secoli dall’uomo per impedire i frequenti fenomeni di straripamenti.
Il primo intervento fu compiuto nel 271 a.C. per volere del console romano Curio Dentato, che fece costruire un canale per convogliare le acque del lago Velinus fino al ciglione di Marmore, da dove poi confluiva nel sottostante fiume Nera; in questo modo si cercò di bonificare la piana reatina che subiva continue inondazioni per lo straripamento del Velinus.
La Cascata delle Marmore fu una delle mete del Grand Tour, cioè quel viaggio culturale che, nell’800, intraprendevano letterati e artisti di tutta Europa nel nostro Paese per visitare i monumenti e luoghi più belli. Tra gli uomini di lettere a decantare la bellezza della Cascata ci fu Lord Byron, uno dei maggiori poeti romantici inglesi.
Anche quando non si può assistere all’impetuoso flusso delle acque del Velino che precipita nel Nera, poichè il rilascio avviene solo in orari prestabiliti (per informazioni sugli orari di apertura della Cascata telefonare allo IAT del Comune di Terni, 0744-423047 oppure all’IFO POINT Cascata, 0744-62982) è possibile esplorare la rigogliosa area naturale in cui è inserita la Cascata.
Questa immersione nella natura è facilitata dai sentieri (tutti segnalati) che sono stati realizzati all’interno dell’area. Ce ne sono quattro, di cui quello che collega il Belvedere Inferiore al Belvedere Superiore è il più lungo- per percorlerlo ci si impiega circa un’ora.
Seguendo questi percorsi, che sono di media -facile difficoltà, si può osservare la flora spontanea del luogo, fra cui la Lingua Cervina, una felce sempreverde con lunghe fronde, e riuscire a vedere le numerose cascatelle e rapide. Ogni percorso consente di ammirare la bellezza di questo ambiente naturale da diversi punti, rivelando al visitatore ogni volta tratti peculiari di una natura ancora intatta.
La visita alla Cascata delle Marmore non può non includere un’escursione al Lago di Piediluco, anche per la breve distanza tra i due luoghi (circa 6 km; da Terni il lago dista circa 13 km). Il lago di Piediluco, insieme ad altri più piccoli della piana reatina, e cioè che resta dell’antico lacus Velinus, di origine alluvionale.
Il secondo, per grandezza, lago naturale dell’Umbria ( il primo è il Trasimeno) si trova a circa 370 m. sul livello del mare e occupa una superficie di 1,52kmq.
I suoi immissari sono tre, di cui solo uno è naturale, il rio Fuscello, mentre gli altri due sono canali artificiali. Uno di questi due, costruito dalla Società Terni negli anni venti dello scorso secolo, collega il Lago di Piediluco con il fiume Velino; conseguentemente il livello del lago si abbassa durante il rilascio delle acque del Velino che precipitando nel Nera danno vita alla Cascata. Sul lago di Piediluco da ormai molti anni si svolgono importanti gare di canottaggio, sia nazionali che internazionali e qui ha sede il Centro Nazionale di Canottaggio, scelta compiuta dalla F.I.C. per le favorevoli condizioni che offre il lago per praticare questo sport. A Piediluco ci si può svagare praticando svariati sport acquatici, come vela, canoa e windsurf (ovviamente oltre al canottaggio): per quelli meno dinamici e con la voglia di riposarsi e fruire del silenzio di un ambiente ameno, c’è la possibilità di dedicarsi alla pesca sportiva: tanto più che il lago ospita una fauna ittica molto varia- persico reale, coregone, albarella, tinca, anguilla.
Il pesce di lago e fiume è anche l’ingrediente principale dei gustosi piatti che propongono i caratteristici ristoranti locali- tra i più rinomati ci sono i “carbonaretti”( pesce persico cotto sui carboni) e le tagliatelle al sugo di trota.
Per trascorrere qualche ora di relax a Piediluco, basta farsi un giro sul lago con una delle tradizionali barche a remi (si possono affittare in diversi punti), oppure si può salire su uno dei battelli ecologici che percorroro il lago in lunghezza per poi risalire un tratto del fiume Velino;
durante questo tragitto si scorgono angoli pittoreschi e il silenzio totale nel quale si è avvolti è profondamente rigenerante.
Se si passa da queste parti tra l’ultima settimana di giugno e la prima di luglio, vale la pena di fermarsi a vedere una delle numerose manifestazioni che si svolgono in occasione della Festa delle Acque.
Questa festa festa che ha una lunghissima tradizione, celebra il solstizio d’estate e in origine aveva il significato di ringraziamento della gente del luogo alle acque del lago; per rendere propizia la pesca, i pescatori addobbavano le loro barche con semplici elementi della natura (fiori,foglie ecc.). La sfilata delle barche allegoriche, che ancora oggi viene ripetuta ogni anno nella serata conclusiva della Festa delle Acque, si riallaccia a questo rito propiziatorio così importante nella civiltà contadina.
L’iportanza dell’acqua per il territorio di Terni, è racchiusa nel nome con cui Terni era conosciuta in epoca Romana: Interamnes, cioè città tra le acque (il fiume Nera e il torrente Serra, che è anche un affluente del primo). Il Nera è il fiume che attraversa Terni; il suo ingresso nel territorio ternano-il fiume nasce dai Monti Sibillini-, inizia nella parte meridionale della Valnerina (questo è il nome della stretta valle in cui il Nera si insinua subito dopo Visso). A Marmore il Nera raccoglie le acque del Velino (Cascata) per poi proseguire il suo corso verso Terni.
Il tratto della Valnerina ternana fino alla Cascata delle Marmore è stato riconsciuto come area protetta ( Parco Fluviale del Nera). Questo è costituito prevalentemente dalla macchia mediterranea e da boschi; un contatto diretto con questa natura aspra- anche se le colline dei dintorni, coltivate a oliveto, addolciscono il paesaggio- è possibile percorrendo i vari sentieri che si snodano in tutta l’area (segnaliamo in particolare i sentieri trekking panoramici del Belvedere Penna Rossa). Per gli amanti dello sport, quest’area offre numerose possibilità: rafting e canoa ( sul fiume Nera), arrampicata sportiva, discesa nelle grotte ( con l’ausilio di guide) oppure le più rilassanti passeggiate in mountain bike o a cavallo.
Inoltre questo territorio è ricco di storia, come testimoniano i numerosi borghi incastonati sulle alture, dai quali si gode di un panorama spettacolare. Una visita in quest’area può diventare più piacevole se ci si ferma in uno dei ristoranti tipici o agriturismi della zona per gustare le specialità gastronomiche, come la bruschetta con l’aglio e l’olio di frantoio oppure le ciriole con il tartufo ( il tartufo è prodotto tipico della zona) o la trota tartufata- la trota è una delle varietà ittiche che vivono nel fiume Nera.

L’acqua nel territorio di Terni è anche salute e benessere; sono molte, infatti, le fonti di acque mineraliche sgorgano in questa parte dell’Umbria, tra cui le più rinomate sono quelle di Sangemini e dell’ Amerino.
Le prime si trovano a pochi chilometri dal centro di San Gemini, in un parco la cui vegetazione è costituita da pini e querce secolari.
La presenza di queste acque fu una delle cause che favorirono la nascita nelle vicinanze della città romana di Carsulae ( i cui resti sono ancora oggi visibili all’interno del parco archeologico di Carsulae- 3 km da San Gemini). Utilzzate in epoca romana per alimentare le terme di Carsulae, oggi le acque di Sangemini sono particolarmente apprezzate in pediatria e nella cura dell’apparato digerente.
In prossimità di Acquasparta, località situata a 20 km da Terni, si trovano le fonti dell’Amerino; queste acque, consigliate soprattutto nella la cura delle affezioni delle vie urinarie, sono comunemente chiamate “del Poverello d ‘Assisi”, poichè si narra che San Francesco le bevve per alleviare i suoi dolori fisici.

Nicoletta Di Patrizi

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